martedì 27 settembre 2011

Vuoi fare l'armonizzatore? L'incarico in Calabria

Il giornalista di Repubblica, Antonello Caporale, ha scritto a proposito della nomina dell' "armonizzatore", fortemente criticata dal gruppo politico Primavera cerisanese..
Ecco la pessima figura nazionale che Cerisano al Centro, il sindaco Salvatore Mancina e la giunta hanno fatto fare al nostro paese.
 In basso il link ed il testo di Repubblica.
http://caporale.blogautore.repubblica.it/2011/09/27/larmonizzatore-lultimo-incarico-a-gettone/


"Nell’elenco infinito degli sprechi c’è da annoverare il più incredibile e per certi versi pietoso documento redatto dagli uffici del comune di Cerisano, tremila abitanti in provincia di Cosenza. La delibera n.32 dell’11 agosto 2011 con la quale la giunta comunale nomina un suo caro ad “armonizzatore” dell’azione politica dell’amministrazione. Credo che nemmeno il sindaco, il signor Salvatore Mancina, abbia capito bene e fino in fondo che nomina abbia decretato. Gli era necessario qualcosa di nuovo e ha pensato che si potesse lavorare con  la fantasia per allontanare le voci cattive. Consegnare nelle mani del dottor Mario Cipolla, questo il nome dell’armonizzatore, 7200 euro annui tutto incluso. “Cifra irrisoria”, ha subito scritto il sindaco nella delibera, per prevenire ogni tipo di illazione e incasellare l’incarico - armonizzatore della politica cittadina, curatore delle anime afflitte, stenditore dei buoni propositi – nel ricco panorama dei ruoli modulari e sottocosto delle clientele di paese. Scrivendo il sindaco si è confermato un artista creativo ma si è dato la zappa sui piedi: ha deliberato che incaricava il dottor Cipolla di armonizzargli il contesto politico urbano in virtù della pregressa amicizia elettorale, un legame consolidato durante la realizzazione delle candidature municipali. Con il conseguente piccolo obolo in segno di riconoscenza e anche di supplenza dell’organico afflitto dall’austerity nazionale.
Il sud allevato al malaffare non sente nemmeno più l’odore dell’inopportunità, dell’assenza di qualunque credibilità. Non sente, non guarda. Ingoia l’ultimo boccone rimasto, quei pochi spiccioli delle casse comunali, senza nemmeno masticarlo.". 

Da La Repubblica 27 settembre 2011